La scrivania ordinata




In quel periodo ricevetti, via posta, un opuscolo informativo sui programmi del Partito Repubblicano che m'incuriosì. Molte affermazioni sostenute da La Malfa, mi convinsero che il PRI poteva essere il contenitore di fermenti di una sinistra democratica, (Togliatti lo aveva definito "Piccolo partito di massa") non dogmatica e pronta al confronto dialettico e programmatico anche con il maggior partito di opposizione, il PCI berlingueriano.

In buona sostanza, l'obiettivo di Berlinguer, il "compromesso storico" ( o come veniva definito dal PCI: "Alternativa democratica"), facendo  affidamento sul dialogo con la Democrazia Cristiana, di fatto emarginava i Laici e per tale motivo La Malfa, che riteneva ineluttabile tale dialogo,  riteneva che il PRI doveva essere un "attore" e non spettatore del progetto.

La scelta di Berlinguer, fondamentalmente legata alla politica di eurocomunismo, era un esempio di politica reale che tuttavia non riscontrò i favori dell'area di sinistra del suo partito ma sviluppò un forte interesse tra le fila repubblicane con l'aperto sostegno di Ugo La Malfa ( il famoso discorso sull'ineluttabilità del compromesso storico).

Una sera, tornando dal lavoro, passai dalla sede di Bergamo del PRI situata al terzo piano di un palazzo  di  via Camozzi di fronte all'Italcementi. I locali consistevano in una sala riunioni, un ufficio per la Segreteria cittadina e un altro per la Consociazione provinciale (così si chiamava). Era presente una persona anziana che mi accolse educatamente ma che non aveva informazioni da fornirmi. Mi disse solo che sarei dovuto presentarmi ad una riunione, convocata dopo pochi giorni, nella quale avanzare la richiesta d'iscrizione.

Mentre mi ragguagliava su tali modalità, continuava  in modo insistente, automatico e ripetitivo a spolverare la scrivania, priva di documenti e  sufficientemente lucida tanto da  denunciare  una scarsa attività.

Rimasi titubante davanti a quella scena, non mi sembrava un Partito organizzato e "presente" ma mi ripromisi di presenziare alla data dell'Assemblea di Sezione.

Quella sera ebbi l'occasione d'incontrare le personalità del PRI bergamasco: dall'avvocato  Caffi al commercialista Venier, dal professor Daina al professor Passerini Tosi, a quel tempo Consigliere Comunale di minoranza che si batteva con cipiglio nell'Amministrazione Pubblica per il "Diritto allo studio" da lui definito "Diritto alla minestra", e  altri iscritti tra cui Ziliani, Lampugnani, Terzi e Ardiani.

Venni presentato dal Professor Passerini, membro dell'Accademia della Crusca, ex insegnante di lettere di mia moglie al Liceo Scientifico Lussana di Bergamo e l'iscrizione fu accettata formalmente. Spazio politico per lavorare ce n'era tanto, la buona volontà non mi mancava e conseguentemente ebbe inizio la mia attività politica da dilettante del dopocena.



 

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