L'Edera "rampante"

 


Intervista a Pasquale  Lampugnani - Bergamo Oggi 23 febbraio 1985

Un aggettivo dovrebbe essere aggiunto al simbolo del PRI di quest'ultimo scorcio della storia politica locale: «rampante».

Un'edera rampante. E' Pasquale Lampugnani, repubblicano di Legnano e bergamasco di adozione, ne è il degno rappresentante.

Quarantaquattro anni, Lampugnani (oggi capo di gabinetto alla segreteria del sindaco Zaccarelli) è in città dal 1970 quando è arrivato per coordinare il Centro handicappati del Comune.Allora non conosceva nessuno dei repubblicani di qui. Adesso è Vicesegretario Provinciale dell'edera. Da allora il suo partito ne ha fatta di strada passando dall'1,26 % delle regionali del '70 al 10,05 delle politiche dell'83.

E in città nel '70 aveva il 3,6 % (1 seggio), nell'80 il 3,9 % (2 seggi). Per le prossime amministrative Lampugnani, che sarà responsabile di uno dei Comitati Elettorali che sceglierà le candidature del suo partito e curerà la campagna elettorale, punta almeno a 4 consiglieri. Una previsione «realistica», anzi «modesta» (tiene a precisare) che dovrebbe attestarsi attorno al 7,5 per cento.
Ma chi sono i repubblicani bergamaschi?

«Giovani - dice Lampugnani - basti pensare che solo a Treviglio abbiamo un gruppo giovanile di 50 iscritti, a Bergamo di 30». Che il PRI, come organizzazione di partito sia giovane, lo dimostra anche il fatto che fino al '70 non ha mai presentato liste locali, anche se la sua presenza politica risale al 1948: 0,6%. Da allora la crescita è stata costante: 0,2 % nel 1963, 0,48 % nel 1968, 1,6 % nel '72.
E il balzo in avanti ? «Una tardiva comprensione della nostra proposta politica che anticipava i tempi».


C'è stato un effetto Spadolini ? Lampugnani lo riconosce, ma lo circoscrive ad una incidenza del 3%. E le sue previsioni sui risultati delle prossime elezioni amministrative puntano su una riconferma dei dati del 1980 cui dovrebbe aggiungersi questo incremento, tutto giocato in chiave bergamasca, con la presenza di un vice - sindaco e di un assessore nella giunta uscente.
«E' difficile capire - prosegue Lampugnani - in quali ceti sociali peschiamo i nostri voti. Il nostro elettore è certamente il ceto emergente: impiegati dello stato, dipendenti comunali, insegnanti. Ma anche tecnici e operai. Molti studenti. Un elettorato di un certo livello culturale. Gente che legge, discute, ragiona».


In provincia di Bergamo il PRI conta su 500 iscritti, attivi nell'organizzazione del partito sono in 50, ma nonostante ciò crescono i Gruppi e le Sezioni territoriali.

L'edera presenterà liste a Bergamo, Selvino, Treviglio, Ponte San Pietro, Fara d'Adda, Romano, Caravaggio dove ha una presenza ormai consolidata. Ma sicuramente la rosa dei comuni sulla cui scheda potrebbe apparire il PRI è più ampia. Lampugnani prova a scommettere su: Bottanuco, Filago, Seriate, Albino, Gazzaniga, Ranica, Brembate, Arcene, Martinengo, Villa d'Almè, Curno e Dalmine. In tutti questi posti c'è un gruppetto di almeno 5 iscritti e alcuni, di recente iscrizione al partito. Si stanno convincendo a scendere in campo. Uno di questi, Franco Luccisano, abita a Grassobbio, ma potrebbe scendere in lizza a Seriate. Lui nicchia, ma l'importanza delle prossime amministrative potrebbe convincere uomini come lui a non tirarsi indietro. «Aumenteremo la nostra presenza del 250 % - conclude Lampugnani - e mi pare che questo numero la dica lunga».

I repubblicani in città escono da un quinquennio nel quale hanno svolto un ruolo di «minoranza» nella «maggioranza» e ne sono soddisfatti. Si candidano a continuare, ma i nomi ancora non se ne fanno. Si dice insistentemente che Marco Venier, uomo di punta e professionista di fama, farà il suo ingresso a Palazzo Frizzoni lasciando a qualcun altro il posto di consigliere provinciale.  In questo caso gli toccherà senz'altro un assessorato e di quelli che pesano.

Ferruccio Piazzoni

Un comizio a Zogno - Alla sinistra Dolci, candidato del PRI, al centro Marco Venier e sullo sfondo a destra Alberto Sangalli -  L'oratrice Gabriella Finazzi dell'MFR.

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